Brainpull Equity: perché rispettare le differenze in azienda è la vera creative solution
Uguali, diversi, equamente ostinati
Diversità in azienda: è complesso, ma posso spiegare
È possibile creare un ambiente in cui siano al primo posto le persone e il loro talento e non le caratteristiche personali? Un gruppo eterogeneo fatto di personalità, con un grado variabile dal forte al molto forte, che acquista valore grazie alle singole e spiccate differenze? Un’azienda che sappia costruire la propria identità collettiva sulla diversità e inclusione, proprio grazie al rispetto e alla valorizzazione delle originalità individuali?
Sì, è possibile ed è quello che, giorno dopo giorno, da 9 anni stiamo realizzando in Brainpull.
L’agenzia con sede a Conversano e Milano (e a breve anche a Houston, Texas), è nata nel 2012 da un gruppo di cinque amici, con diverse competenze negli ambiti del marketing, della tecnologia e della comunicazione. Sì, 5 ragazzi e nessuna ragazza. Ops! Oggi, però, Brainpull conta oltre 60 persone, di cui il 65% sono donne. Come siamo arrivati a questo rapporto ribaltato, senza peraltro aver mai parlato al nostro interno di “quote rosa”?
Privilegiando le capacità professionali e rimanendo indifferenti alle caratteristiche personali. In fase di selezione, infatti, i candidati vengono innanzitutto valutati per le loro hard skill tramite il processo di Talent Hunting: ogni posizione aperta prevede alcune prove pratiche specifiche, in grado di evidenziare le competenze di partenza. Superata la valutazione, inizia la fase di contatto e colloqui con il candidato. È in questo il momento in cui è aperto il cv dai responsabili di reparto e vengono appresi:
- sesso;
- percorso formativo;
- età;
- colore preferito;
- abitudini alimentari;
- colore dei capelli (quando presenti);
- residenza.
Oggi, ad esempio, accanto a un naturale zoccolo duro di pugliesi, in Brainpull lavorano professionalità provenienti da Lombardia, Basilicata, Toscana, Lazio, Francia e Colombia!
La verità è che possiamo affermare la nostra completa indifferenza riguardo ad aspetti che non impattano - e come potrebbero? - sulle attitudini professionali e che anzi, arricchiscono di umanità il patrimonio di storie, punti di vista e stimoli che, poi, confluiscono nell’identità complessiva di quel gruppo di teste pensanti e matte chiamato Brainpull.
È semplice? No, per niente: forse è proprio per questo che lo facciamo.
Ne siamo orgogliosi e crediamo che nell'inclusione e valorizzazione della diversità in azienda abiti il segreto della creatività, da cui ogni giorno attingiamo per dare senso alle nostre azioni, siano esse di marketing o di vita.
La diversità è la madre (e il padre) della creatività
Creative people are complex, meaning that they see the world from multiple perspectives. This is an adaptive response to complex inputs during childhood. We are all constantly trying to make sense of the world we live in and the more complex our experiences, the more challenging this proves to be. This challenge is the key to creativity.Nigel Barber Ph.D. – “The Secret of Creativity: an Oblique Perspective”, in Psychology Today
Vivere in un gruppo eterogeneo è indubbiamente più complesso che accomodarsi a una tavola di eguali, soprattutto in un’azienda:
Pensate solo alle quantità di equivoci che possono sorgere a causa di incomprensioni linguistiche, criteri di giudizio disallineati, priorità differenti, sensibilità e codici di cortesia non condivisi, preparazione e sfere di competenza eterogenee.Annamaria Testa – “Differenze creative”, in Internazionale
Ne sono prova i nostri brainstorming, le riunioni organizzative ad altissimo livello di decibel, gli scambi forsennati di e-mail durante la pianificazione: sarebbe più semplice se la pensassimo tutti alla stessa maniera e fossimo tutti d’accordo in partenza, ma sarebbe meno soddisfacente, ne siamo sicuri.
Se vedessimo il mondo, anche e soprattutto nelle piccole cose, attraverso un’unica lente e adottassimo lo stesso filtro per interpretare la realtà, andremmo probabilmente diritti alla meta con minore impiego di energie, ma incontreremmo soltanto chi usa una sola chiave di lettura per una realtà che conosciamo come molto, molto complessa.
Lo sappiamo perché noi stessi siamo quella complessità. E sappiamo che il mondo lì fuori è abitato da persone molto meno consapevoli, che rifiutano la cultura dell’accoglienza, dell’incontro e del confronto. A loro rispondiamo con impegni concreti, iniziative di studio, sostegni operativi, condivisione di progetti inclusivi.
Solo in questa prima metà del 2021 abbiamo incontrato la linguista Vera Gheno, per parlare insieme di linguaggio inclusivo e adottarlo nella nostra pratica quotidiana; abbiamo offerto supporto strategico, creativo e operativo al Milano Pride; abbiamo iniziato la collaborazione con il brand di promozione sociale Made in carcere. Sono iniziative dell’agenzia, che si aggiungono e nascono da quelle personali dei singoli membri.
Brainpull diversity: un moto rettilineo difforme
Immaginate un gruppo di persone in riga, rivolte verso una meta unica e comune, che tutti devono e vogliono raggiungere. Immaginate che ciascuno di loro abbia sulle spalle uno zaino di peso differente, riempito da altri prima del percorso, senza che i portatori siano consapevoli del carico. Immaginate che, durante il cammino, le singole andature siano condizionate da elementi connaturati ai soggetti, non dipendenti dalle volontà personali proprie o altrui: lunghezza delle gambe, età, pressione sanguigna, capacità polmonare.
Immaginate, poi, elementi esterni che, per posizione degli individui o casualità nel tragitto, abbiano impatto differente su ognuno: incidenza del vento, pendenza o imperfezioni del terreno, ostacoli naturali o artificiali, imprevisti. Pur partendo tutti nello stesso momento, arriveranno tutti insieme alla meta che tutti devono e vogliono raggiungere? No. La risposta è molto semplice e la realtà la mostra quotidianamente.
Per quanto sia corretto parlare di uguaglianza formale di tutti gli individui, tanto di fronte alla legge quanto di fronte alla vita (v. art 3 Costituzione Italiana), sappiamo bene come l’uguaglianza sostanziale sia più un obiettivo che una condizione reale.
Un argomento sensibile, quelllo della diversity, che acquisisce rilevanza tutta propria quando è calato in quella microsocietà funzionale focalizzata che è l’azienda: un gruppo di persone, innanzitutto, e risorse che si organizza per il raggiungimento di uno scopo che non può e non deve essere puramente economico. Difficile immaginare un percorso verso l’obiettivo aziendale che non crei contemporaneamente un ambiente di lavoro inclusivo, che permetta al singolo di realizzarsi, mentre si impegna al raggiungimento del bene comune.
Se l’uguaglianza si occupa di garantire che tutti partano dallo stesso punto, l’equità si assicura che tutti possano raggiungere il punto d’arrivo e considera le differenti situazioni e condizioni individuali.
Diversità e inclusione in azienda: quote umane > quote rosa
Per realizzare questo progetto abbiamo adottato al nostro interno un modello allargato di lavoro flessibile, che permetta a tutti di adattare l’immancabile impegno alle caratteristiche concrete delle proprie vite. Alla base c’è la finalizzazione dell’attenzione personale verso obiettivi lavorativi condivisi, da cui conseguono, ad esempio, la flessibilità dell’orario individuale e la possibilità di lavorare in smart working volontario, senza richiesta formale ma con semplice informazione: è la condivisione di consapevolezza, responsabilità e orientamento al risultato a rendere superflue le formalità.
Anche l’intensa attività di formazione riguarda costantemente tutte le persone inserite in organico, qualunque sia la seniority e la mansione: nel 2020 Brainpull ha dedicato complessivamente circa 15k ore di formazione del personale interna ed esterna.
Ogni attività di lavoro è organizzata in gruppi eterogenei per competenze, affidati alla supervisione di figure interne individuate con riferimento alle necessità operative, senza attenzione all’età, al genere o alla seniority. Si tratta di un’organizzazione che rispecchia l’assetto societario dell’agenzia, costituita sin dall’origine in una società cooperativa. In quest’ottica, la valorizzazione delle persone e dei meriti tiene conto e non si ferma di fronte a eventi che in altre situazioni creano non poche difficoltà alle lavoratrici: ci riferiamo alla maternità. Nel nostro caso, invece, la promozione a Responsabile del Coordinamento Progettuale di una delle partner di Brainpull è giunto proprio in corso di gravidanza e a poche settimane dal parto. Un doppio nuovo inizio che ci riempie di orgoglio e ottimismo!
Questa è quella che chiamiamo Brainpull Equity, un work in progress sulla diversità e inclusione aziendale che stiamo portando avanti insieme, contribuendo tutti e spesso in maniera poco eclatante (riunioni al tritolo escluse, ehm), attraverso un apporto individuale, fatto di azioni concrete quotidiane e mai sufficienti incontri di allineamento. È un percorso ancora non perfetto, ma ci stiamo lavorando: noi siamo esseri umani.