Skibidiboppi: cosa significa la parola più virale dell'estate 2025?

Skibidiboppi: cosa significa la parola più virale dell'estate 2025?

di Teresa Serripierro

Foto e video Skibidiboppi

Skibidiboppi, l’anti-hashtag che non vuole venderti niente 

Skibidiboppi è un anti-hashtag: non unisce, non promuove, non spiega. È un glitch deliberato nel sistema comunicativo. Un cortocircuito creativo in un mondo che chiede solo messaggi utili.

Skibidiboppi è anzitutto un neologismo: ovvero, per definizione, una parola nuova, appena coniata o introdotta in una lingua per colmare un vuoto lessicale, nominare un fenomeno emergente o semplicemente per gioco. Alcuni neologismi entrano nel lessico comune, altri restano meteore di senso: effimeri, ma capaci di raccontare lo spirito del tempo. Altre volte i neologismi hanno conquistato rete (e dizionari) grazie alla loro coerenza logica e alla dolcezza dell’intenzione. “Petaloso”, ad esempio: un aggettivo inventato da un bambino e accolto con entusiasmo dall’Accademia della Crusca perché perfettamente costruito secondo le regole della lingua italiana.

Ma Skibidiboppi è l’opposto: non ha una radice, non ha un contesto, non ha una funzione. 

È un suono. Non nasce per unire o spiegare: è un anti-hashtag, non aggrega contenuti attorno a un tema, non vende prodotti e non promuove un’ideologia. È un glitch deliberato nel linguaggio, un cortocircuito creativo in un sistema che chiede solo messaggi utili.

Skibidiboppi è un suono che si incolla alla mente, un nonsense che sembra significare qualcosa proprio perché non lo fa. È il fratello digitale del Lonfo e della Gnòla: parole che esistono solo per il gusto di esistere.

Abbiamo rintracciato chi l’ha inventata. Online si fa chiamare Tempe23, perché nella vita fuori fa tutt’altro.

Dobbiamo fare una premessa: tutto quello che hai letto finora su Skibidipoppi non corrisponde alla realtà.

  • La risposta di Wired alla domanda “cosa significa skibidiboppi?” è un’ipotesi: si tratterebbe di “un termine onomatopeico che qualcuno attribuisce al jazz [...] attraverso una tecnica vocale basata sulla composizione di alcune sillabe [..], lo scat singing, che si è imposto per esempio nei brani di John Scatman - uno dei suoi successi più importanti si chiama proprio Scatman (Ski Ba Bop Ba Dop Bop) - e che in Italia è stata per esempio molto utilizzata da Lucio Dalla”;
  • Secondo Skytg24 si tratta di “un fenomeno, pur privo di significati letterali, che deriva nella tradizione del scat singing jazz. Nato come espressione generica o scherzosa, ha acquisito nuova linfa attraverso meme, video AI e il successo mondiale della serie “Skibidi Toilet””.

Da Skibidi Toilet a Skibidiboppi

Qualcosa di simile, in rete, già c’era: infatti a metà agosto 2025, insieme ad altre parole nate e diventate popolari grazie ai social media (come delulu, tradwife e broligarchy), Skibidi è stata inserita nel Cambridge Dictionary. La sua definizione ufficiale è:

a word that can have different meanings such as "cool" or "bad", or can be used with no real meaning as a joke.

Un esempio del suo utilizzo è "Che skibidi stai facendo?"

Skibidi è una parola senza senso diffusa dapprima da Skibidi Toilet, una webserie animata georgiana creata e prodotta nel 2023 da Alexey Gerasimov, con lo pseudonimo di DaFuQ!?Boom!. In questi video brevi pubblicati su YouTube (quello che vi mostriamo qui sotto ha 206 milioni di visualizzazioni) dei water con teste umane combattono contro umanoidi con telecamere, monitor e casse audio al posto del capo. 

A partire da giugno 2025, in Italia si è diffusa la parola Skibidiboppi, utilizzata come finale definitivamente nonsense in moltissimi video creati con l’intelligenza artificiale.

Pochi giorni fa, il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha parlato durante un consiglio comunale di “politica dello 'Skibidi bobby'.

Com’è nata Skibidiboppi? 

Era il 2016, lavoravo in un ristorante: ritmi folli, piatti che volavano, comande che si moltiplicavano. In quel microcosmo surreale, con un collega di quelli giusti - quelli che ti salvano i turni ma anche l’umore - abbiamo iniziato a inventare parole. La prima fu Tippiribotti: un’onomatopea emotiva, perfetta per situazioni indefinibili. Un “non so cosa dire, ma qualcosa devo dire”. Nove anni dopo, in un salto quantico che attraversa TikTok e l’algoritmo con la stessa leggerezza di un “boh”, è arrivata Skibidiboppi.

Cosa significa skibidiboppi? 

Skibidiboppi non ha un significato preciso, ed è proprio questo il punto. È una parola che sospende il senso invece di costruirlo. Un suono che diventa reazione, riflesso, modo di stare nelle cose senza bisogno di spiegarle. Significa: non serve capire tutto per sentirsi parte di qualcosa. È quell’“eh vabbè” che dici quando finisce una call in silenzio imbarazzato, quando succede qualcosa di assurdo, o semplicemente quando ti va di alleggerire. Ma suona meglio perché è più musicale, più libera.
È una supercazzola con il ritmo giusto, capace di trasformarsi in gesto, in sguardo, in complicità.

Skibidiboppi è un “lascia andare” mascherato da parola: non dice niente, ma fa succedere qualcosa.

Nel contesto attuale, in cui le parole vengono create per vendere, manipolare o semplificare, tu ne hai inventata una per…?

Liberare. Skibidiboppi non vuole convincere né vendere. È nato come un anti-hashtag: una parola che non serve a nulla, ma funziona lo stesso.

Tempe23: chi è l’inventore della parola skibidiboppi?

Mi occupo di creatività applicata alla comunicazione digitale. Progetto contenuti e format che vivono tra intelligenza artificiale, emozioni e contenuti di valore. Lavoro molto con Veo3, un ambiente creativo dove sperimento linguaggi e idee fuori standard.
Tempe23 è il mio alias creativo. Una “zona franca” da cui posso comunicare senza vincoli di genere, tono o funzione. Mi muovo in quell’orbita curiosa dove creatività, tecnologia e un gusto per l’assurdo ben costruito si incontrano. Mi entusiasma parlare di AI, idee visionarie e sperimentazione concreta. Con Veo3 ho trovato il modo di trasformare anche le idee più folli in progetti reali: video, contenuti e linguaggi nuovi, a volte surreali, a volte profondi, spesso entrambe le cose insieme.

Quando hai pubblicato il primo video con Skibidipoppi?

Il primo TikTok con la parola Skibidiboppi è stato pubblicato a metà giugno 2025 senza aspettative. Poi è partito e si è diffuso diventando una piccola scia di libertà condivisa. Il nonsense funziona quando è autentico, quando non vuole convincere nessuno, quando non ha la pretesa di essere “giusto”. In un mondo che corre a trovare spiegazioni a tutto, Skibidiboppi è il contrario: un abbraccio al “non importa”, un invito a prendersi meno sul serio. Nel tempo mi è stato detto più volte di cambiare nickname, di renderlo “Skibidiboppi official”. All’inizio ero indeciso… poi ho pensato: vabbè, skibidiboppi. 
E così ora, su Instagram e TikTok, mi trovate così: @skibidiboppyquellovero

In quanto tempo è diventato virale?

In meno di 30 giorni.
Dai dati analitici di TikTok:

  • 83 milioni di visualizzazioni in 60 giorni
  • 6,9 milioni di like
  • 1,8 milioni di condivisioni
  • 75.000 commenti
  • 626.000 visualizzazioni del profilo

Il traffico arriva per l’84,9% dalla sezione “Per te”, quindi la spinta è stata interamente organica, senza promozione.

Quanto dura uno skibidiboppi?

Il tempo di un respiro. Sono video fllash: 8 sono i secondi per prompt in cui un suono nonsense, un balletto calzante, una melodia goliardica si incollano al cervello e poi spariscono, prima ancora che la tua mente abbia tempo di cercare una spiegazione. In un’epoca in cui perfino TikTok premia i video da 90/120 secondi perché permettono di costruire una storia e mantenere l’attenzione , noi facciamo il contrario: abbracciamo il micro-momento. È lo stesso principio per cui i video sotto i quattro/cinque secondi su TikTok hanno un view rate altissimo: finiscono così in fretta che non fai in tempo a scorrere. Lo skibidiboppi è un sorriso che arriva e se ne va, un “vabbè” musicale. Ed è proprio l’imprevedibilità di questo lampo (amplificata dall’algoritmo, dagli share organici e da un pizzico di casualità) che fa esplodere i trend. Il resto? Ci penseremo dopo.

C’è qualcosa (una formula?) che secondo te funziona più di altre e che permette una propagazione più rapida di un messaggio o di un video?

Tre elementi chiave:

  • Un suono che si memorizza al primo ascolto
  • Un contenuto che non pretende di essere capito
  • Un’estetica replicabile e modificabile

L’intelligenza artificiale e la velocità dei trend online: il ruolo dei creator tra libertà e responsabilità

Oggi un trend non ha bisogno di tempo per affermarsi. Gli bastano pochi secondi, una manciata di interazioni giuste, un algoritmo di buon umore.

In questa fase di accelerazione senza precedenti, l’intelligenza artificiale non è soltanto un motore che amplifica i fenomeni, ma anche un filtro che rischia di ridefinire cosa è visibile e cosa no. La velocità con cui si evolvono strumenti, modelli e applicazioni AI impone una riflessione seria sulla responsabilità dei contenuti, delle scelte e degli impatti.

Siamo in un momento in cui l’entusiasmo rischia di superare la consapevolezza: serve equilibrio tra innovazione ed etica, tra efficienza e umanità. Forse vale la pena chiedersi come i creator, le aziende e i media dovranno ripensare i propri strumenti di filtro e narrazione per restare consapevoli in questi nuovi contesti.

Perché se Skibidiboppi è un gioco di nonsense che libera, l’AI ci ricorda che la libertà creativa non può mai prescindere da responsabilità e consapevolezza.

La viralità è diventata un evento casuale. E spesso corre più veloce del contenuto stesso: prima arriva il tormentone, poi - forse - ci si chiede da dove venga e cosa voglia dire. Il significato, se c’è, arriva dopo. O non arriva affatto.

È qui che Skibidiboppi gioca la sua partita: non ha chiesto il permesso, non ha costruito aspettative, non ha chiesto di essere virale. È successo. E forse proprio per questo ha funzionato: perché non voleva funzionare